La Targa Florio

LA TARGA FLORIO

“a cursa”

Continuate la mia opera perché l’ho creata per sfidare il tempo
(Vincenzo Florio).

La Targa Florio la gara per eccellenza, orgoglio dei siciliani, a cursa denominata, è stata voluta, creata, finanziata e organizzata da Vincenzo Florio, un palermitano di ricca famiglia, affascinato dal nuovo mezzo di locomozione e già noto nell’ambiente per aver partecipato ad alcune competizioni di inizio secolo e per aver istituito, nel 1905, la Coppa Florio (una corsa automobilistica in quel di Brescia).

La gara si è disputata 61 volte, praticamente senza soluzione di continuità (se si eccettuano gli anni delle due guerre mondiali), dal 1906 al 1977. Una volta soltanto la gara è stata trasformata da prova velocistica in prova di “regolarità”, precisamente nel 1957, quando il recente incidente che segnò la morte della Mille Miglia mise gli organizzatori della Targa di fronte alla scelta di sopprimere la gara oppure trasformarla in una passeggiata o poco più. Gli organizzatori – Vincenzo Florio in testa – optarono per dare comunque continuità alla corsa.

Teatro della corsa sono sempre state le strade siciliane e in particolare quelle strette e tortuose che percorrono la catena montuosa delle Madonie: solo in poche occasioni la corsa è stata abbinata al Giro di Sicilia e si è svolta lungo il periplo dell’isola mentre nel quadriennio 1937-1940 è emigrata al Parco della Favorita a Palermo, mai dunque abbandonando la terra della Trinacria.
La Targa Florio entrò subito nella leggenda per le enormi difficoltà insite nella durezza del tracciato al punto che, specialmente nei primi anni, anche il solo riuscire a completare la corsa significava compiere un’impresa titanica.

Naturalmente anche le case costruttrici che sono scese in campo con successo nel corso degli anni hanno sempre messo in risalto le prestazioni ottenute dalle autovetture di propria costruzione, pubblicizzandole senza risparmio.

Anche la Targa Florio ha dovuto però fare i conti con incidenti, morti e feriti tra il pubblico e tra i piloti: si ricorda in particolare la morte del conte Giulio Masetti, avvenuta a seguito di un’uscita di strada della sua Delage nel corso del 1º giro dell’edizione del 25 aprile 1926; per chi crede nella cabala dei numeri, la Targa Florio era giunta all’edizione numero 17 e la vettura del Masetti era contrassegnata dal numero 13.

Poco dopo questo grave incidente, tale numero non sarà più assegnato alle vetture in corsa, né in Italia né all’estero (unica eccezione la Lotus di Pastor Maldonado in Formula 1, la vettura numero 13 appunto).

Insomma, qualsiasi palermitano nato prima della fine degli anni ’60, che sia un appassionato di automobilismo o meno, conosce la famosissima gara, molte persone che vivono nei paesi interessati dalla corsa la ricordano con nostalgia e commozione, sentendosela come una festa tutta loro.

Il connubio perfetto è tra la Targa e il modellismo automobilistico statico, svariate sono le riproduzioni in scala di vetture vincenti o solamente partecipanti ma non solo alla gara ma anche alle sole prove, pertanto ogni appassionato modellista è sempre alla ricerca del modello in scala inedito per rendere unica la sua collezione “i machinicch n’tà vitrinai” (le macchinine in vetrina), trattasi di collezionismo automobilistico mischiato al pittoresco e quasi grottesco folklore siciliano, dove chi osserva le proprie vetrine gremite di modelli quasi sente l’odore emanato dagli agrumeti misto a quello dell’olio bruciato, seppur in contrasto come se il diavolo e l’acqua santa con la benedizione del popolo siciliano trovavano un equilibrio e capacità di coesistenza in quei giorni di primavera inoltrata. Tra i più fastosi ricordi di molti anziani di oggi c’è la Targa, che dietro lo sguardo corrucciato e sotto la coppola gli occhi si chiudono ed è come se sentissero ancora l’abbanniaturi (figura professionale folkloristica ormai estinta “banditore”) che per le vie del paese, tra le scuole chiuse e festa per tutti i bambini, avvisava di “teniri attaccati armali e picciriddi” … (tenere al sicuro animali e bambini)… declinando le responsabilità degli amministratori comunali e organizzatori della gara sull’incolumità dei residenti con: “cu mori, mori a cuntu sua” (chi muore, muore per volontà propria).

Tra le memorie storiche e grande interessato e studioso della Targa presento il mio fraterno amico Domenico Casamento classe 1958, ma da noi amici chiamato Pino, non ce lo siamo chiesto come mai ma poco importa perché Pino Casamento ogni qualvolta s’incontra è sempre pronto con il suo sorriso carismatico a raccontarti un aneddoto della Targa, mentre la Lamborghini canta “musica e il resto scompare”, per Pino è “Targa e tutto il resto scompare” e sono così tanti che dopo più di trent’anni dalla nostra amicizia (che un giorno vi racconterò) non finiscono mai, proprio quasi come le combinazioni matematiche… ma il mio amico, oltre a essere un vulcano e concentrato di energia e memoria storica della Targa, è tra i più grandi e stimati modellisti della Trinacria, da ragazzino alimenta la sua collezione di automobili in scala, sempre alla ricerca del modello inedito, da inizio 2020 è un “ragazzo in pensione” (così lo definisco), così ho deciso di “rapirlo”, si avete capito bene… Pino Casamento, abile carrozziere e, conseguentemente, abile modellista, dopo una lunga fase di “corteggiamento” adesso fa parte del nostro staff e nei prossimi giorni Vi presenteremo il primo progetto di automodello in scala in tiratura limitatissima con riproduzione totalmente artigianale. Seguiteci e contestualmente alla presentazione di ogni modello racconteremo la sua storia ma non solo, seguici semplicemente anche per leggere uno dei tanti aneddoti, oppure scrivici su info@pasmodelliniauto.it per eventuali richieste, consigli o solamente per il piacere di tenerci in contatto tra appassionati.

Non perderti nei prossimi giorni la presentazione di un modello inedito e mai prodotto da nessuna azienda modellistica, così come mai prodotto da nessuna casa automobilistica… proprio come accadeva nella Targa, la realizzazione di auto da corsa artigianali, assemblate artigianalmente al fine di coniugare tra loro i più performanti pezzi a comporre una vettura competitiva… Vi aspetto.

Palermo, addì 13 aprile 2020

Con affetto,

Benny Cangialosi.